Come vi stavo raccontando, i pascoli a disposizione erano quasi finiti, così il gregge si accingeva a ripartire. Dopo la pioggia, erano arrivate delle belle giornate di sole caldo.
C’erano ancora pecore che dovevano partorire, questa addirittura ne aveva fatti ben tre, e tutti belli grossi.
Come spesso accade in questa stagione, il Pastore era riuscito a “guadagnare un giorno” pascolando nel sottobosco. Dove si pensava di passare al massimo un paio d’ore, quelle più calde, invece il gregge trascorre quasi tutta la giornata.
Nel tardo pomeriggio il gregge viene portato in un incolto, dove le pecore pascoleranno fino a sera, per poi dormire anche, ripulendolo alla perfezione di tutta l’erba presente.
C’erano anche ortiche, ma persino quelle avevano trovato chi le apprezzava. A volte persino chi passa tutto il giorno, tutti i giorni insieme ai propri animali, riesce a sorprendersi di quanto possano mangiare. Sembra che l’erba non basti mai, anche quando hanno le pance ben piene chinano la testa e continuano a brucare.
L’indomani si pascola ancora lì intorno, c’è ancora un paio di prati e un ex-vigneto dove sono state tolte le piante, i pali e i fili. Il terreno dopo la coltivazione della vite è “povero”, infatti lì l’erba è più bassa che altrove, ma gli animali la mangiano avidamente.
Terminati quei pascoli, il gregge si avvia giù per i boschi, seguendo piste che permettono di evitare del tutto le strade. Nelle intenzioni, bisognava fare una tappa per pascolare e poi ripartire, nel tardo pomeriggio, quando non faceva più troppo caldo.
Ma il vecchio campo sportivo abbandonato si presentava come un vasto prato… ci si consiglia a vicenda. Che fare? Sembrava proprio un peccato sprecarla… Così alla fine il gregge dormì lì, dopo aver ben pascolato anche quella sera.
L’indomani mattina presto si partiva davvero. Il gregge imboccò in direzione contraria la strada percorsa qualche settimana prima. Prima tranquille strade secondarie di campagna, poi un tratto della ciclostrada.
Le pecore camminavano ordinatamente, erano ancora ben pasciute dal giorno precedente. Per quella prima tappa non c’erano problemi di campi di mais lungo il percorso, solo grano e prati.
Alcuni prati addirittura erano già stati tagliati per avere foraggio per il bestiame, quindi il cammino era ancora più facile, non si rischiava di arrecare danni e non c’era da faticare per contenere gli animali.
La maggior parte dei prati però era in piena fioritura, così come si addice ad una bella giornata primaverile nel mese di maggio.
Il cammino non era più lungo, solo più un breve tratto, l’attraversamento della strada statale, poi l’arrivo al torrente, dove le pecore avrebbero fatto tappa per pascolare e abbeverarsi.
Quando si arriva, tutti devono ripartire velocemente, persino il Pastore, che lascerà un amico a sorvegliare il gregge. Nella settimana che precede la transumanza verso l’alpeggio bisogna anche badare a tutte le scadenze burocratiche e ai documenti che la legge richiede per movimentare gli animali.