Moria dei capretti: portiamo alla luce il problema!

Mi ha telefonato un'amica allevatrice di capre chiedendomi di "far girare la voce". Oltre ad utilizzare i normali canali del passaparola, per dare maggiore ufficialità alla cosa, ho pensato di scrivere un post qui, raggiungendo così un maggior numero di persone anche fuori dal Piemonte. A proposito, il problema è solo in Piemonte o anche altrove?

E' da qualche anno che, in modo sempre più sensibile, si verifica una strana, misteriosa moria di capretti. Questa ignota patologia colpisce in modo quasi casuale, indifferentemente su allevamenti stanziali di pochi capi, grandi allevamenti, capre presenti insieme a greggi vaganti, capre in stalla, capre all'aperto. C'è chi è stato colpito negli anni scorsi e quest'anno non ha avuto problemi, chi non ha mai riscontrato la patologia nel proprio allevamento e chi quest'anno ha perso quasi tutti i capretti. Inoltre si manifesta a macchia di leopardo, senza colpire indifferentemente allevamenti confinanti.

La mia amica è testarda, non si è limitata a lamentarsi come fa la maggior parte della gente, ma ha richiesto l'intervento dei veterinari. La gran parte dei pastori è solita arrangiarsi da sè e non si affida ai veterinari privati. A torto o a ragione, per gli ovicaprini pare che non ci sia una grande competenza specifica ed i pastori ritengono di saperne più loro che non i medici. Ma in questo caso bisogna far conoscere il problema. "Quando mi sono morti i primi, li ho mandati ad analizzare e mi hanno detto che era polmonite, ma secondo me la polmonite è stata una conseguenza dell'indebolimento che manifestavano. La seconda volta mi hanno detto che era coccidiosi, ma io continuavo a non essere convinta."

Quali sono i sintomi? I capretti nascono sani, vitali, in ottima salute, ma poi, intorno alla settimana, dieci giorni di vita, improvvisamente manifestano un indebolimento generale. Cercano di alzarsi, ma gli arti non li reggono. Appaiono quindi traballanti, come ubriachi. Cercano di succhiare il latte, ma non riescono a stare in piedi e raggiungere la mammella, quindi l'indebolimento peggiora, iniziano a trascinarsi fino all'immobilità ed alla morte. Se avvicinati alla mammella dal pastore, nei primi giorni succhiano ancora il latte, ma non migliora la loro stabilità. Hanno molta sete, quindi potrebbero avere la febbre. Io vi sto descrivendo i sintomi che ho osservato, ma non sono un medico e non ho "studiato" la faccenda.

C'è chi li ha salvati con un semplice sciroppo usato per i problemi gastroenterici dei bambini, chi ha provato di tutto senza risultato. I veterinari effettivamente sembrano brancolare nel buio, ma a quanto pare questo è dovuto al fatto che si tratta di una patologia sconosciuta. Forse ormai è un po' tardi, perchè il periodo delle nascite è praticamente terminato, ma raccolgo comunque l'appello che mi ha rivolto la mia amica, sperando che possa ancora servire a qualcosa.

"Alla fine sono riuscita a parlare con un veterinario nelle "alte sfere" all'ASL. Ha ammesso che non si sa cosa sia e si sta cercando di fare qualcosa, ma il problema è che la maggior parte della gente non ha denunciato il fatto. Sembra così che il problema sia limitato a pochi casi isolati! Bisogna far circolare la voce, denunciare la moria ai veterinari privati, all'ASL ed anche alle Associazioni di Categoria, di modo che emerga il fatto a livello regionale e si possano ottenere delle misure di intervento, si possa effettivamente studiare il caso, per cercare delle soluzioni per lo meno per il futuro."

Se nel vostro gregge, nella vostra stalla avete avuto questo problema, denunciatelo pertanto a chi di dovere ed informate il maggior numero possibile di altri allevatori. Se fortunatamente l'avete scampata, chiedete comunque informazioni ai veterinati pubblici e privati. Tenere nascosto un problema non fa sì che questo scompaia, ma il rischio è che la malattia si diffonda sempre di più. C'è chi ha perso la quasi totalità dei capretti, in questi ultimi anni… Nessuna conseguenza sulle capre adulte, pecore ed agnelli, ma quanti capretti ci sono quest'anno da portare in tavola a Pasqua?

Una risposta

  1. Marzia ti passo quanto Flavia   http://traalpiepascoli.splinder.com/

    mi ha gentilmente passato:
    Malattia del capretto ubriaco

    Ciao Licia,
    ho già trovato l'articolo e siccome è in francese ne faccio una traduzione simultanea(spero comprensibile)!
    Si tratta di una malattia diffusa in tutto il mondo che colpisce i capretti dai 3 ai 30 giorni. In America viene chiamata Floppy kid syndrome. La malattia colpisce ogni tipo di alevamento e razza in ragione del 10-50 % delle aziende caprine. In alcune aziende la malattia è ricorrente.
    Senza un trattamento gli animali muoiono rapidamente e il tasso di mortalità è del 50-80%.

    Sintomi: alla nascita i capretti sono sani e vivaci. Dopo alcuni giorni i capretti diventano letargici e stanno immobili in un angolo. Il tono muscolare è ridotto e questo spiega la debolezza e la paralisi molle in tutto il corpo. I capretti che sono ancora in grado di camminare barcollano e cascano a terra. Gli animali sono apatici e non reagiscono agli stimoli esterni. L'appetito è ridotto o totalmente assente. Gli animali colpiti non presentano ne diarrea ne tosse ne febbre, tutt'alpiù la temperatura è troppo bassa. Le analisi sanguigne hanno rivelato che gli animali colpiti presentano un'acidificazione del sangue(acidosi metabolica). Non sono disidratati.

    Trattamento: 
    Il trattamento ha lo scopo di correggere l'acidificazione del sangue. Questo viene fatto con del bicarbonato di sodio per mezzo della somministrazione di prodotti sostitutivi del latte come Jonovit o Enolyt(soluzioni di elettroliti) eliminando la somministrazione di latte.
    Prima si inizia il trattamento, più il successo è possibile. 
    Ogni capretto malato deve ricevere almeno 0.5 litri di soluzione al giorno. I capretti più deboli vanno abbeverati in piccole dosi, in ogni caso il liquido va somministrato ogni 2-3 ore.
    Un miglioramento si nota già dopo la prima o la seconda somministrazione, se dopo 2 giorni lo stato è nettamente migliorato si può ricominciare la somministrazione di latte alternando una porzione di latte a una di elettroliti.
    In caso di ricaduta va sospesa di nuovo la somministrazione di latte.
    Bisogna tenere i capretti al caldo per evitare che vadano in ipotermia(lampada infrarossi).
    Vanno anche tenuti separati dagli altri capretti in modo che non vengano stressati.
    Nei casi gravi il veterinario può iniettare un prodotto per correggere l'acidità sanguigna velocemente tramite un'infusione. In caso di forte acidosi(eccesso di base= -20) un capretto di 5 kg deve ricevere 40 ml di soluzione(il prodotto si chiama Acidosan).
    Non è raro constatare la concomitanza di altre patologie(sovente infezioni). In questo caso una copertura antibiotica è indicata. Anche la somministrazione di vitamina E e selenio può essere indicata in caso si sospetti una carenza.

    Sono stati effettuati molti studi su questa patologia ma al momento(aticolo di marzo 2009) la causa della malattia è ancora sconosciuta. In un primo momento si pensava a dei batteri ma poi l'ipotesi non è stata confermata. Anche sul tipo di allevamento sono stati fatti parecchi studi ma ogni tipo di allevamento può essere colpito, sia che i capretti succhino dalla mamma o dal biberon, sia che bevano latte crudo o pastorizzato.
    Anche la teoria di un mal funzionamento digestivo non è confermata.
    Al momento non è quindi possibile suggerire delle regole per la prevenzione della malattia se non il rispetto delle normali norme di allevamento caprino.
    Tra il 2000 e il 2004 l'ospedale veterinario di Zurigo ha promosso una ricerca utilizzando 55 capretti che presentavano i sintomi della malattia. La causa dell'acidificazione è stata determinata come un accumulo del D-lactato, un prodotto del metabolismo di alcuni batteri. Non è però stato possibile determinare l'origine di questi batteri. Nelle feci non sono state riscontrate anomalie. Un'acidificazione provocata del sangue non ha fornito ulteriori informazioni.
    L'Università di Zurigo è intenzionata a continuare gli studi su questa malattia.

    spero che questo articolo possa aiutare più capretti possibile..
    Flavia

  2. Sono un veterinario e non concordo ttotalmente con l'ipotesi della floppy kid syndrome, che è frequente negli allevamenti caprini, ma sporadica (pochi capi colpiti sul totale). La situazione che si sta verificando è invece  molto più grave, almeno dalle mie osservazioni e dalle notizie che ricevo da tutto il Piemonte. Innanzi tutto sembra che la malattia abbia un andamento epidemico e non sporadico, sono gravemente colpiti i capi delle greggi in pascolo vagante,  specie le greggi miste (ovini e caprini insieme), vengono colpiti quasi tutti i capretti all'età di 2-4 giorni di vita, la mortalità arriva al 100% in molti casi, la cosa curiosa è che gli agnelli non sono colpiti. I capretti non  hanno diarrea, non c'è enterite, ma è sembra solo colpito lo stomaco ghiandolare con lesioni emorragiche della mucosa gastrica e formazione di una cagliata flocculare, granulosa e non compatta come si verifica invece nella dispepsia abomasale acuta ("tomino"). Nelle greggi colpite la terapia proposta per la FKS ( riequilibrio del rapporto acido-basico) non ha avuto effetto, sono risultate inefficaci terapie con la maggior parte degli antibiotici; vitaminea E + selenio associate a reidratazione con ringer e/o ringer lattato non apportano sostanziali miglioramenti. A mia conoscenza la sindrome è comparsa in forma aggressiva gia nella primavera 2010 con un  ulteriore incremento nel 2011.  Ho parlato lunedi presso l'Istituto Zooprofilattico di Torino con il responsabile del Laboratorio Diagnostica, il quale non era a conoscenza di quanto sta avvenendo perchè quasi nessuno ha inviato materiale patologico per fare ricerche in merito. Per favore, SEGNALATE SEGNALATE SEGNALATE TUTTI i casi che vi capitano!! Rompete le scatole a Veterinari privati e pubblici, APA, Associazioni, inviate materiali per analisi (capretti morti o moribondi, MATERIALE FRESCO, mi raccomando!!!!) prima che la cosa ci sfugga di mano: dobbiamo capire di cosa si tratta. NON TENETE NASCOSTO quello che  capita (se vi capita) nel vostro allevamento, perchè è solo un danno per voi e per tutti. GRAZIE!

    • anche nel nostro piccolo allevamento circa 70 capi e’ capitata la stessa cosa il nostro veterinerio ci ha consigliato l’autopsia, ma nel nostro caso si e’ manifestata con diarrea importante e verdognola, per il resto i sintomi sono gli stessi e anche il periodo di “incubazione” e loro manifestazione.

      Laura

  3. Buongiorno a tutti.
    Leggo ora quanto scritto da altri miei colleghi allevatori e dal veterinario.
    Volevo anch'io dare un contributo a questa faccenda.
    L'anno scorso ho avuto una moria del 50% dei capretti, mentre quest'anno, forse, sono stata graziata: per ora non ho avuto perdite dovute a questa malattia.
    Il mio allevamento è solo caprino e gli animali dormono in stalla e pascolano durante il giorno.
    L'anno scorso il 50% dei capretti mi è morto entro i 15 gg dalla nascita: i capretti inizialmnete sani e vivaci, col passare dei giorni si indebolivano e non mangiavano più e se li si costringeva a mangiare stavano peggio.
    Le feci sembravano meconio anche se in realtà dal meconio si erano già puliti in quanto i gironi prima dell'infezione presentavano già le classiche feci nere. Le feci durante l'infezione erano giallognole-marroncine, non diarrea ma piccole sferette unite da un muco biancastro. Ho interpellato un veterinario locale privato che mi ha detto essere enterite e per questo mi ha consigliato di somministrare il Bactrim forte antibiotico (quello per le persone), di tenere i capretti sempre all'asciutto e al pulito cambiando il "letto" 2 volte al giorno e disinfettando il box ogni giorno; così facendo ho salvato metà degli esemplari ma amgari è stata solo fortuna in quanto so che non a tutti gli allevatori questa cura ha dato buoni effetti.

    • anche io li ho salvati inizialmente ma adesso a distanza di 3 mesi si stanno gonfiando tutti e poco dopo muoiono! buttando fuori dal naso e dalla bocca un muco bianco, ultimo caso oggi pomeriggio il capretto ha mangiato ho aperto il box per farli uscire, ha belato ed e’ morto sul colpo.
      La lingua era tutta bianca!

      Ho sollecitato i veterinari, abbiamo fatto analisi, e tutti se ne fregano!!!!!!

  4. Sono un socio AmAMont, residente in una valle dell'alto lago di Como e purtroppo, devo annoverare l'allevamento di mia figlia Francesca, tra tutti quelli che sono stati infestati dalla moria di capretti.
    Nel caso specifico, la percentuale di moria è stata per quest'anno di circa il 50%, con sintomi ed epiloghi come quelli descritti nei vari commenti.

  5. Ciao a tutti…
    nella mai "ignoranza", perchè non sono un veterinario e fortunatamente ho avuto un solo caso del tipo da voi esposto (capretta salvata), vorrei dirvi la mia.
    I capretti, nati da poco, non devono essere alimentati in modo esasperato e frettoloso, sopratutto con erba fresca. Questo perchè? Perchè potrebbero avere problemi ruminali, con rilascio di endotossine, le quali colpiscono l'apparato motorio degli animali, causando, se non curati tempestivamente, la morte.
    Nella mia esperienza, la capretta è stata curata con dei riattivatori ruminali, caserrecci e farmaceutici veterinari, nell'immediato, somministrandogli, in modo continuo, acqua.
    Le son state fatte flebo di ringerlattato, tenedola sempre al caldo. Dopo tre giorni, l'abbiam alzata in piedi e si inizialmente sembrava ubriaca ma poi, pian piano si è ripresa (ci vuol pazienza che molti non hanno).
    Spero che i miei consigli, vi possano servire, ricordando sempre, che in casi del genere, è sempre meglio contattare persone competenti del settore (allevatori e veterinari).
    BUON ALLEVAMENTO A TUTTI!!!!!!!!!!!!

  6. ciao non so se è lo steso caso ma i sintomi sono stati gli stessi in più il capretto era diventato cieco (occhi velati di bianco) la veterinaria dell'asl ha fatto un iniezione di, credo,  vitamina E e si è ripreso poco a poco e dopo altre due somministrazioni anche gli occhi sono tornati a posto e ora è un po' più piccolo degli altri ma si sta rinforzando sempre più

  7. @piccio7: erba fresca a chi? alle madri?
    non è comunque quello, perchè è successo sia in animali all'aperto, sia in altri in stalla, con dieta a base di fieno.
    non è questione di pazienza, questo dev'essere un virus. ci sono però animali, all'interno dello stesso gregge, che non l'hanno presa. perchè hanno questa resistenza???
    @#9: io non ho notizie di altri capretti diventati ciechi per questa patologia

  8. ciao  a tutti  io  nel mio allevamento da vari  anni cuando stanno per  iniziare  i parti disinfetto la stalla con calce viva e  a anche dopo che anno  partorito non o piu avuto problemi  i  capretti si infettano al momento del  parto x  chiarimenti  mail  florixeddu@libero.it

  9. Ciao a tutti, pure io disinfetto la stalla con calce viva prima che inizino i parti ma ciò non mi ha immunizzato da questa porcheria di malattia…nonostante cambiassi il letto ai neonati 2 volte al giorno e disinfettassi con disinfettanti appositi per animali.

    Sono la stessa allevatrice che ha scritto in precedenza del Bactrim forte antibiotico. Quando ho scritto la volta precedente mi ritenevo fortunata in quanto quest'anno i capretti erano sani…ma ho parlato troppo presto: 15 giorni fa me ne è ammalato 1: dall'oggi al domani non mangiava più, non riusciva a camminare e tanto meno a reggersi in piedi, era diventato freddo persino all'interno della bocca, aveva scariche di dissenteria acquosa, le orecchie basse e gli occhi spenti. Cura usata: somministravo per via orale una siringa da 5 ml di acqua e bicarbonato 3 volte al giorno e davo 2,5 ml di Bactrim forte antibiotico 3 volte al giorno. Il capretto l'ho messo in un box isolato con sua mamma e ho posizionato una luce riscaldante all'interno in modo da mantenerlo caldo. Ho continuato la cura per 10 giorni e ora il capretto sta bene, mangia, cammina e salta e comincia a pizzacare fili d'erba e di fieno. Non so se sia stata solo fortuna o meno ma ora è salvo

    • Ciao, mi chiamo Francesca.. Abito in provincia di Venezia.. La settimana scorsa sono nati tre capretti:2 da una capra e 1 da un’altra.. Entrambe le mamme non hanno latte e allora ci siamo muniti di biberon.. un piccolo presenta le stesse problematiche che hai riportato tu.. orecchie basse,occhi spenti,difficoltà a camminare e a reggersi in piedi,temperatura corporea bassa… ora provo con la cura che hai usato tu.. Sai dirmi la quantità di bicarbonato da sciogliere nell’acqua?? Ti ringrazio infinitamente

  10. grazie di tutte le testimonianze… purtroppo mi è stato detto che non si è ancora capito niente di questa malattia, e così sarà finchè gli allevatori non manderanno ad analizzare i capretti morti…

  11. Salve a tutti, 
    leggo con  interesse i vari commenti sia degli allevatori appassionati che dei veterinari, posso rassicurare tutti sul fatto che la patologia in questione è diffusa (da nord a sud e da est ad ovest)  dai dati in mio possesso non si tratta di un problema emergente ma al contrario, infatti in alcune aree del sud italia già i vecchi pastori chiamavano questa malattia (per la caratteristica dei sintomi) "ubriaca",  per l'oro la moria dei capretti rappresentava un problema quasi di sopravvivenza (visti i tempi) quindi facevano quel che potevano (attente osservazioni) per cercare di capire, hanno accertato che i capretti neonati che si ammalavano erano quelli che nascevano nel periodo febbraio – aprile mentre i nati del periodo ottobre – gennaio non sviluppavano quasi mai la malattia, in ogni caso in questo periodo i pochi casi non assumevano un andamento epidemico, inoltre hanno notato che le capre (disperse) che partorivano lontano dal mucchio davano capretti che non si ammalavano ed avevano una vitalità superiore a quelli che nascevano in stalla.
    Queste osservazioni alla luce di oggi non sono da trascurare, mi piacerebbe sapere quanti veterinari sono d'accordo su un'ipotetica eziogenesi infettiva da virus in primis ed in seconda batterica che colpisce la mucosa gastrica.
    Se io potessi allevare capre (mi piacerebbe ma al momento non posso) proverei a far assumere ai capretti nati in febbraio – aprile il colostro (opportunemente congelato in piccoli contenitori) delle madri che hanno partorito in ottobre – gennaio, non trascurando l'igiene e l'areazione dell'ambiente dove vive il neonato e per quanto riguarda la cura dei soggetti colpiti senza sprecare tempo e soldi impiegherei protettori della mucosa gastrica, equilibratori dell'acidità e naturalmente farei bere molta acqua….
    dite la vostra. Antonio

  12. dalle mie parti si chiama u mal stuotc cioe il male sciocco. riesco a salvare la maggior parte dei capretti dando loro un cucchiaino di digestivo e mantenendoli a digiuno anche per 4 gg. e mungendo la capra affinche il latte diventi piu limpido nel periodo fine inverno inizio primavera i pascoli sono in piena esplosione vegetativa ma il latte e piu scarso e poco limpido

  13. Non so se posso esservi d’aiuto; in ogni caso non so se saprò aiutarvi a risolvere il problema, ma il mio parere voglio assicurarvelo.
    Sono un Medico Veterinario e mi occupo di diagnostica e assistenza tecnica agli allevatori da quindici anni, operando in una Sezione Diagnostica di un Istituto Zooprofilattico.
    Vi assicuro a tutti che la malattia di cui parlate è a noi nota da tanti anni ed è più diffusa di quanto possiate immaginare.
    L’esperienza mi ha insegnato che più che una malattia, bisognerebbe considerarla un Sindrome le cui caratteristiche eziologiche (cause) e patogenetiche (meccanismi d’azione delle possibili cause) sono del tutto sconosciute.
    Io personalmente ho una vasta casistica, comprendente diverse tipologie d’allevamento, ovvero sia bradi che semibradi, allevamenti intensivi e allevamenti estensivi, con animali stabulati o liberi, in pianura o in montagne, piccoli o grossi, tutti indifferentemente. La percentuale di allevamenti colpiti nelle varie annate è stata sempre variabile; una cosa certa che vi posso dire è che l’incidenza maggiore l’abbiamo sempre osservata nella stagione dei parti riferita al periodo gennaio-febbraio-marzo. Considerando che dalle mie parti diversi allevatori gestiscono le greggi di capre in maniera tale da avere parti (seppure in percentuale ridotta) anche nel periodo fine ottobre-primi novembre, in questa stagione l’incidenza della malattia e assai ridotta. Ciò spiegherebbe probabilmente il fatto che trattasi di malattia condizionata: infatti in questa stagione dei parti il numero di capretti nati è nettamente minore rispetto al periodo gennaio-febbraio e, inoltre, almeno dalle mie parti, le condizioni climatiche sono molto più favorevoli.
    In tutti i fasi che ci sono capitati abbiamo eseguito accertamenti diagnostici sia diretti che indiretti finalizzati ad accertare eventuali cause di natura infettiva. Abbiamo sempre escluso infezioni da agenti virali; spesso abbiamo accertato infezioni batteriche sostenute da ceppi di Escherichia coli talvolta appartenenti ai gruppi cosiddetti “entreropatogeni” (EPEC) o “enteroemorragici” (EHEC), tuttavia non sempre dotati di specifici fattori di patogenicità responsabili di sindromi enteriche. Altre volte abbiamo accertato infezioni specifiche da Clostridium perfringens, Pseudomonas spp, Vibrio parahaemolyticus. Più raramente, solo quando la malattia interessava i capretti dalla seconda, terza settimana di vita, abbiamo accertato infezioni protozoarie da Cryptosporidium o Coccidi, talvolta anche in associazione ad altre infezioni batteriche.
    In ogni caso, vista l’eterogeneità degli agenti infettivi isolati, non potendo fare una giusta correlazione tra queste infezioni e tutti gli altri riscontri che in sede diagnostica vengono considerati (lesioni anatomo-patologiche e/o istologiche riscontrabili all’esame autoptico, osservazioni anamnestiche e semeiologiche riscontrabili all’esame clinico), a nessuna di queste infezioni può essere attribuita la responsabilità principale della morte degli animali. La malattia è una sindrome multi fattoriale dove alcuni fattori condizionanti predispongono gli animali a determinate infezioni, che agiscono quindi come complicazioni secondarie di uno stato patologico fino al determinismo dei sintomi di quegli stadi di infezione e/o tossinfezione che ne determinano la morte. Questo è dimostrato dal fatto che quasi mai negli animali venuti a morte da cui si è isolato un agente infettivo sono stati riscontrati sintomi associabili all’infezione specifica.
    Da una analisi grossolana, io posso ritenere che i principali fattori condizionanti che predispongono per questa malattia sono: l’ambiente inteso come superficie degli spazi a disposizione degli animali durante la stabulazione e soprattutto durante il periodo dei parti, le condizioni igieniche degli stabulari, le condizioni di areazione/ventilazione; il sistema di gestione dei parti e di stabulazione dei capretti nel periparto, compreso il sistema di svezzamento; l’alimentazione delle fattrici, soprattutto durante il periodo di asciutta, laddove sia gli eccessi, sia la carenza di energia oltre che di proteine, possono creare un dismetabolismo che si ripercuote anche sui nati proprio nei primi giorni di vita; lo stato immunitario delle fattrici, inteso come adeguatezza del livello di difese immunitarie, sia dirette che indirete, degli animali.
    Quindi, quando si dice che per questa malattia siamo nel marasma totale, è sicuramente vero, ma è altrettanto vero che di esperienze ne sono state fatte.
    Io personalmente ho avuto modo di sperimentare anche diversi modelli di gestione del problema per cercare di contenere il più possibile la mortalità dei capretti, senza negare che non sempre ho ottenuto risultati soddisfacenti. Tuttavia il più delle volte, lavorando sulla riduzione dei fattori di rischio, sul mantenimento di un buon livello delle difese immunitarie degli animali e sulla prevenzione del contagio dagli agenti infettivi dei capretti neonati, ho accontentato diversi allevatori.
    Se vi interessa, posso anche entrare nel dettaglio dei protocolli sperimentati e, meglio ancora, possiamo stabilire un feedback per condividere le esperienze.
    Spero di essere stato chiaro e utile.
    Buon lavoro a tutti,🐃🐄🐂🐏🐖

    • grazie mille, utilissima risposta
      fa piacere vedere che c’è qualcuno che si interessa davvero della cosa e che ci vuole aiutare. qui purtroppo abbiamo avuto esperienze negative con veterinari che accusavano i pastori di “creare” una malattia inesistente

      • mi spiace tanto, io non sono un veterinario e non saprei proprio cosa possa essere. sicuramente i sintomi che descrivi sono di un’altra patologia e non di quella che colpisce i capretti nei primi giorni di vita

    • Salve..io ho problema con i capretti nascono forti e vitali e la metà dopo quasi il primo mese di vita mi è cominciato a morire con diarrea costipazione e disidratazione a volte anche indebolimento degli arti..cosa potrebbe essere?

  14. Chi crede che sia una “malattia inesistente” si sbaglia. Oggi stesso possono venire con me, ho due allevamenti (uno 1200 capi stabulati in pianura, 240 parti, 33% di mortalità; un altro 350 capi, al pascolo, in zona pedemontana appenninica, 65 parti, 42% di mortalità) dove ho constatato questa sindrome.
    La cosa che mi dispiace è che a non crederci sono tanti colleghi veterinari. Quelli che accusano gli allevatori di essere dei “creatori di malattie” non sono dei veterinari consapevoli: primo perche se non credono sono uomini di malafede; secondo perché si limitano a giudicare senza verificare la fondatezza delle esperienze degli altri. Chi non ha la capcità di verificare le esperienze degli altri non può avere la presunzione di giudicare, tanto più se è un medico.
    Ripeto: chi non ci crede, venisse da me, però deve essere disposto a fare chilometri di strada, anche fuori l’orario del mio lavoro in Istituto, deve essere disposto a sporcarsi le scarpe di fango e di m _ _ _ _ e le mani di snague per fare prelievi e autopsie; dopo di ciò deve essere disposto a trascorrere ore e ore di tempo in laboratorio per sbattere il naso con i risultati delle analisi e passare notti insonni per interpretare quei risultati e fare le giuste correlazioni sulla base di algoritmi diagnostici che non siano limitati a quello che si sente dire, basandosi solo sulla fiducia di se stessi credendo o non credendo a quello che gli allevatori dicono.
    Sempre a disposizione.
    Saluti

  15. Pingback: Come va con i capretti? | Storie di pascolo vagante

  16. Vi riporto l’esperienza di quest’anno.
    La problematica dal punto di vista epidemiologico è stata decisamente più favorevole rispetto ad altre stagioni produttive. Ho dati che dimostrano con una ragionevole significatività statistica che l’incidenza è stata piuttosto bassa.
    Tuttavia, laddove ho avuto modo di osservare il problema, sono riuscito a ridurre al minimo le perdite adottando un modello di gestione basato sulla prevenzione del rischio di trasmissione delle possibili cause infettive responsabili delle sindromi neonatali. In pratica: biosicurezza e igiene ambientale; mantenimento di equilibri metabolico-nutrizionali delle capre in asciutta nell’ultimo periodo di gravidanza per assicurare adeguato livello di efficienza del sistema immunitario; chemioprofilassi antibiotica e terapie mirate al bisogno.
    Saluti e … Buona Pasqua!

  17. sono un allevatore di capre e vi posso dire che ho provato di tutto lunico rimedio e’ vacinare le capre con eptavacP e somministrare ai capretti nati subito dal primo giorno una piccola dose di sulfamidico per parecchi giorni e per le femmine di rimonta sino allo svezamento poi vacinarle con coccidiostatico e clostridiostatico sverminare e dare sempre un minimo di bicarbonato facio presente che io tolgo il capretto dopo 24 ore dalla mamma e do subito latte in polvere

      • Sono un allevatore della capra garganica e confermo il problema della moria dei capretti anche nella nostra zona. I sintomi sono identici a quelli descritti, indebolimento delle gambe fino a portarli alla morte.Gli allevatori da noi non ci hanno mai capito niente, tant’è che scambiandosi le informazioni comunicano tra di loro la moria per ubriachezza dei capretti. Molte volte abbiamo verificato le interiori dei capretti e abbiamo trovato lette coagulato in formaggio con grovigli di peli che rendono difficile la digestione.
        tempo addietro un amico veterinario mi ha consigliato di far bere ai capretti nelle prime due settimane di vita una quantità di latte inferiore a quelle che le madri producono in quanto il latte prodotto dalle madre è di una quantità pari all’alimentazione di almeno due capretti.

  18. Purtroppo non ho un commento ,ma solo la conferma che anche a me questanno mi sono morti tutti i capretti nati a metà febbraio ,alla sera stavano bene almeno sembravano svelti e al mattino li trovavo morti. Ho un allevamento amatoriale ,in tutto 6 capre più il becco però i capretti nati in tutto 8 sono morti.
    Ho parlato con il veterinario che prossimamente verrà a vedere il mini allevamento.in 10 anni è la prima volta che mi capita.
    Saluti e atutti BUONA PASQUA.

  19. Per chi cerca ancora risposte, le soluzioni più quotate sono AUGMENTIN oppure BACTRIM (in minoranza). Non fate economia nelle dosi e fateci sapere dei vostri successi!!!

    • Ciao sono paolo ho avuto questo problema da quando ho le capre.a parte il primo anno che mi sono morti 18 capretti ho risolto il problema comprando il medicinale amplital un prodotto che fa guarire al 100% i capretti ed e pure economico .1/2 pastiglia la mattina e mezza la sera x due o tre giorni.

    • Scusi Nadia, potrebbe dirmi quante dosi? da un paio di giorni stiamo alimentando il capretto con 1/4 di pastiglia la mattina ed 1/4 la sera. Accompagnamo il tutto con 0,50 lt di latte in polvere al giorno e 3 volte al giorno di 0,5 ml di acqua e bicarbonato. Per ora l’unico risultato positivo è che le feci sembrano più scure. Mi saprebbe indicare se è giusta la cura?

  20. Alle porte della stagione dei parti. Coltivate le vostre migliori aspettative facendo prevenzione, profilassi diretta e indiretta e … tanta buona fortuna!!!
    Rinnovo a tutti la mia disponibilità …

  21. Mi e’ morta stamane una tibetana di 2 mesi fino a ieri stava in ottima salute non avendo molta esperienza dato che era la mia prima nascita ho lasciato che la natura avesse il suo corso gia’ iniziava a mangiare da sola sono stato attento a separarla dal maschio fino ad ora era stata solo con la mamma mi aiutate a capire grazie

    • Buongiorno, ho letto tutti i vostri commenti e dal momento che i miei capretti hanno le stesse sintomatologie che avete elencato, ad oggi qual’è il miglior rimedio per salvare queste creature?

  22. Sono nati il giorno delle Palme 2021 5 capretti sani dopo 3 giorni ,un capretto non si reggeva piu’ in piedi e nell’ arco di una giornata e’ morto .Dopo 5 giorni un ‘ altro capretto non si reggeva in piedi.Chiamato il veterinario gli ha dato una sorta di vitamine e antibiotico ,ma il martedì: dopo la Pasquetta dopo amorevoli cure da parte di mio figlio ,allattato agni tre ore,lo abbiamo trovato rigido ed è morto in braccio a mio figlio 😥

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