Pascolo vagante, spostarsi tutti i giorni, o quasi, alla ricerca di pascoli. Però poi ci sono quegli spostamenti più lunghi per andare da una zona di pascolo all’altra, oppure spostamenti più delicati perchè c’è da tagliare una strada trafficata o percorrerne un tratto, o ancora un ponte, un paese da attraversare. Certi giorni c’è tutto questo insieme…

Allora cerchi, per quanto possibile, di organizzarti e fare del tuo meglio. Solo che capita sempre l’imprevisto o la serie di imprevisti che mandano a monte parte dei programmi. Per esempio l’ora di partenza quasi mai è quella preventivata… Comunque, il ritardo quel giorno fa sì che le temperature si abbassino un po’ e le pecore mangino a volontà, così da essere “tranquille” mentre ci si sposta.

Ancora un’ultima sosta, per pascolare in una stoppia di mais e saziare il gregge. Dopo il cammino è insidioso, tra prati e campi di grano, dove animali affamati potrebbero fare danni se desiderosi di pascolare ancora. Intanto il tempo passa, il calore è meno intenso, si camminerà meglio. La strada con maggior traffico è già stata superata, tutto il resto del cammino sarà lungo vie secondarie.

Qui non c’è traffico automobilistico, il percorso è riservato ai mezzi agricoli, residenti e biciclette. Essendo nel fine settimana, di ciclisti ne incontriamo molti, però per fortuna i più sorridono, salutano e si godono lo spettacolo della transumanza. Certo, potevamo spostarci in settimana, ma ci sarebbe stato più traffico sulle strade principali e non solo di gente che “esce” per il weekend. Inoltre, sarebbe stato più difficile trovare persone che vengono ad aiutare.

Il sole cala verso le montagne, il gregge cammina ordinato, si riesce a fare la curva senza pestare i prati, segno che le pecore sono davvero sazie. Comunque, i pastori con i cani sono posizionati nei punti critici a sorvegliare. Non è “solo erba”, come potrebbe pensare qualcuno, ma è il lavoro del contadino e non bisogna danneggiarlo.

Il sole tramonta, ma c’è ancora un bel po’ di strada da percorrere. Rispetto all’anno precedente ci si porta un po’ più in là, sia per accorciare la tappa del giorno successivo, sia per fare un piacere ad un altro pastore, che ha chiesto di non toccargli il pascolo dove ci si era fermati un anno fa, così lui lì potrà fermare il suo gregge nei prossimi giorni.

E così viene notte. Si sale nel bosco quasi avvolti dall’oscurità, poi ci si affaccia sulla pianura ed è uno spettacolo vederla illuminata dalle luci dei paesi. Sarebbe una passeggiata romantica, non ci fosse il pensiero di tutte le cose che bisogna ancora fare prima di andare a letto per qualche ora di meritato riposo. Le auto, in testa e in coda, scortano il gregge per evitare spiacevoli incidenti con l’oscurità, anche se queste sono vie secondarie.

L’indomani si preferisce attendere per far pascolare il gregge, ma non troppo, perchè altrimenti il caldo sarà eccessivo. Inevitabilmente arriverà ad incombere sulla transumanza, ma più tardi si farà sentire, meglio sarà per uomini ed animali. Appena tutti gli aiutanti di giornata arrivano, si caricano gli agnelli più piccoli e ci si mette nuovamente in marcia.

C’è un po’ di tensione, questa volta sarà necessario percorrere un tratto più lungo in mezzo alla cittadina, sia perchè non si può tagliare fuori come d’inverno, quando non vi sono coltivazioni, sia a causa di un cancello che prima non c’era… Per fortuna alle 10:00 del mattino il traffico non è ancora eccessivo e tutto fila abbastanza liscio.

A differenza dell’andata, questa volta tutti rispettano il gregge e nessuno cerca di infilarsi tra gli animali. La preoccupazione è anche sempre rivolta ai cani, che si tengono ai lati del gregge per contenerlo, ma sono a forte rischio di essere investiti da qualche automobilista impaziente. Si tiene la mezzeria, ma è meglio quando le auto in direzione contraria attendono il passaggio di tutti gli animali, invece di procedere normalmente. Questo tratto non potrebbe essere percorso in un giorno feriale, la coda di auto e pullman che si verrebbe a formare sarebbe eccessiva!

Si abbandona la strada principale. Purtroppo quella che sarebbe stata una via più comoda, meno impegnativa e più rapida continua ad essere chiusa per lavori che vanno avanti da oltre un anno. Così ecco il gregge impegnato in difficili passaggi tra campi e prati, con i cani che faticano a contenerlo ed i pastori che si innervosiscono. Bisognerebbe camminare veloce, ma dietro la fila si allunga a dismisura, gli agnelli faticano, le pecore tornano indietro a chiamarli… In mezzo a questo momento delicato, sono tre ciclisti a creare confusione. Vogliono a tutti i costi superare il gregge, apostrofano i pastori in modo arrogante, chiedono di aprire loro un varco, spaventando le pecore, facendole andare verso il grano, verso i prati. Per fortuna siamo tutti così impegnati a mandare i cani e cercare di contenere il gregge che nessuno ha tempo e voglia di rispondere per le rime.

Una tappa per far pascolare il gregge, farlo riposare, mangiare anche noi un pranzo veloce, poi si riparte perchè c’è di nuovo da percorrere un pezzo di strada trafficata ed è meglio affrontarlo quando “la gente” è tutta seduta a tavola, anche in questa domenica di sole e leggera brezza. L’altro motivo di preoccupazione, lungo le strade, sono i diserbanti/disseccanti. Quando vedi la chiazza giallastra sai che il pericolo è lì, ma se invece è stato dato da poco… Bastano pochi morsi! Li vedi usare nei campi, li vedi usare dai cantonieri della Provincia, li vedi usare dal privato lungo il fosso, ma anche davanti al cancello di casa.

Non c’è più il problema del treno. Da quando la linea è stata dismessa, è finito l’incubo del riuscire ad essere in corrispondenza del passaggio a livello in un orario in cui sicuramente non passavano treni. Ora le sbarre sempre alzate non fanno più paura e il cammino procede spedito.

Dopo tanto asfalto sotto il sole del primo pomeriggio, una pausa refrigerante lungo il fiume. Gli animali bevono meno del previsto, ma comunque si riposano e cercano l’ombra. La meta finale si avvicina, ma allo stesso tempo sembra non arrivare mai. Buona parte dei punti critici sono stati superati, ma adesso il problema è la stanchezza degli animali. Non ci sono però altri posti per fermarli, così si deve per forza andare avanti.

Piccole tappe per pascolare, si attraversano paesi di campagna, inizi ad incontrare gente conosciuta, saluti, scambi una battuta. Qualcuno chiede se è già ora di salire in montagna, anche se all’orizzonte si stagliano le cime ancora completamente innevate. Non manca più tantissimo, ma almeno un mese di pianura sì…

Un altro paese, poi dalla pianura si inizia a salire verso le colline, l’ultima fatica per il gregge. Sono tutti stanchi, animali, uomini e pure i cani, eppure le pecore in prima fila “spingono” continuamente, vorrebbero superare i pastori ed andare oltre. Camminano a bocca aperta, ansimano, il calore nel gregge è soffocante, per fortuna presto sarà il momento di tosarle!

Si sale tra ville e boschetti, il gregge sembra sapere esattamente dove si trova, sa di essere quasi a destinazione e ritrova nuova forza, nuova determinazione nel camminare veloce. Solo nelle retrovie c’è invece chi fa più fatica, ma alla fine tutti arriveranno sani e salvi a destinazione.

Qui sarà possibile riposare, pascolare e abbeverarsi. Finalmente anche questa giornata è giunta al termine, senza grossi incidenti, allora si può tirare un sospiro di sollievo. Per riposarsi bisognerà ancora attendere qualche ora, ma d’ora in po’, per qualche giorno, non ci sarà più da fare lunghi cammini. Però ci saranno giornate forse anche più impegnative… La vita del pastore, quasi mai c’è tempo per riposarsi!