Visto che le domande relative agli agnelli, alla nascita, alle neo-madri sono state tante, dedico questo post al tema, cercando di trattare tutti i vari aspetti. Se ci saranno ancora dubbi e curiosità… chiedete pure, spero di riuscire a soddisfarli tutti!
Iniziamo ovviamente dal parto. Solitamente avviene in maniera spontanea, senza che il pastore debba intervenire, ed è abbastanza rapido. Non c’è momento del giorno o dell’anno in cui vi sia una particolare concentrazione delle nascite, anche se tendono ad aumentare nei giorni di luna piena. Questo se il pastore non opera una qualche forma di controllo delle nascite.
Per evitare che in una stagione nascano agnelli, si mette il faudal (grembiule) ai montoni, una sorta di preservativo permanente… che evita o riduce di molto la possibilità di nascite. Per questioni di praticità, certi pastori potrebbero non volere agnelli nella stagione d’alpeggio, dove sarebbe più complesso badare a loro. Questo però comporta che, quando si tolgono i faudai, ci sia un gran numero di fecondazioni, i cui effetti si vedranno cinque mesi dopo, con un periodo di alta natalità.
Appena nato, l’agnello è coperto di muco e la madre lo lecca amorevolmente, per ripulirlo e stimolarlo. Come la maggior parte dei mammiferi erbivori, il piccolo è già completamemte formato ed è in genere in grado di alzarsi in piedi dopo pochissimo tempo.
Le sue capacità motorie sono ancora limitate, ma la madre in quei momenti gli sta vicino. Ci sono agnelli che, a neanche un’ora dalla nascita, già si accoderebbero al gregge… ma non potrebbero sicuramente reggere ad un lungo spostamento, pertanto il pastore si prende cura di loro.
La priorità è la prima poppata. L’agnello deve succhiare il colostro della madre, fondamentale non solo come nutrimento, ma anche per avere gli anticorpi che gli serviranno per tutta la vita. Se la nascita avviene durante uno spostamento, o negli attimi prima della partenza del gregge, oppure se la pecora rifiuta di prendersi cura dell’agnello, interviene ancora una volta il pastore, a "facilitare" l’operazione con una poppata assistita.
Il passo successivo è quello di marcare madre e figlio con lo stesso simbolo, per facilitare (al pastore! gli animali si individuano a fiuto) il riconoscimento. Questo serve soprattutto quando gli agnelli vengono trasportati e non lasciati insieme alle madri nel corso della giornata. Alla sera tardi è un’operazione lunga già con le marche… figuriamoci senza! Ogni pastore ha i suoi simboli ed usa dei colori appositi, una sorta di grosso rossetto con cui "scrivere" sulla lana. Un "non addetto" faticherà ad interpretare la simbologia: non solo numeri e lettere, ma anche "zero spaccato", "bersaglio", "biscia", "bicchiere", "freccia", "cuore" ed avanti così, di colori diversi ed in posizioni diverse (sulle spalle, sul fondoschiena…).
Quando, bisogna spostarsi e gli agnelli sono ancora bagnati, non è possibile caricarli nel rimorchio a seguito del fuoristrada. Ed allora si ricorre agli immancabili asini: un mezzo di trasporto sicuro e riscaldato, dove la separazione tra i piccoli fa sì che non perdano il loro odore caratteristico e vengano riconosciuti dalle madri al momento dei ricongiungimento.
In caso di pioggia, è possibile abbassare un’aletta di stoffa cerata a coprire i piccoli, che così affrontano lo spostamento senza subire danni. Qualora ve ne sia un numero dispari da caricare sull’asino, il pastore metterà nella taschetta sul lato opposto un sasso o qualche altro oggetto per equilibrare il peso. L’agnello non è a contatto diretto con la stoffa, ma nella taschetta si mette della paglia pulita o delle foglie secche.
Per non essere troppo rallentati nei movimenti, il pastore o sposta le pecore che hanno partorito in un altro gregge, oppure carica i piccolini in un rimorchio al seguito del fuoristrada. Nel primo caso ci deve essere qualcuno che bada a questo gregge, oppure sarà necessario chiuderlo in una o più reti, da spostare quotidianamente. Così come, ogni giorno, si porteranno lì i nuovi nati con le madri e si riporteranno al gregge quelli già in grado di seguirlo. Se però il gregge effettua il pascolo vagante su grandi distanze, non è una soluzione pratica. Ed allora ogni mattina si caricano gli agnelli, si riconsegnano alle madri per la poppata a metà giornata, si ricaricano e poi di nuovo con le madri nel recinto, di notte.
Il parto può essere singolo, oppure gemellare. In qualche rara occasione, anche tri-gemellare, nel qual caso non sempre tutti e tre gli agnelli riescono a sopravvivere. Alcuni pastori lasciano un solo agnello sotto alla madre, affichè cresca meglio, togliendo il più debole per allevarlo "al ciuccio" (con latte di vacca o di capra, talvolta latte in polvere) o facendolo adottare da una capra.
Le capre infatti sono sempre presenti nel gregge proprio con questa funzione. Il più delle volte vengono loro affidati agnelli le cui madri non hanno latte. All’inizio è il pastore a tener ferma la "balia" durante la poppata, ma poi l’adozione avviene ufficialmente e si può passare al self-service!
Un altro caso di adozione è quello dell’immagine qui sopra. Se un agnello muore poco dopo la nascita, il pastore lo scuoia facendo attenzione a non rovinare la pelliccia e ricavando un "cappottino", che cucirà su di un altro agnello senza madre (un gemello forte ed in buona salute). La madre adottiva sentirà l’odore del suo piccolo ed accetterà il figlio adottivo. Dopo pochi giorni la pelliccia potrà essere tolta senza problemi.
Per chi sostiene che gli animali non abbandonino mai i loro cuccioli… devo smentire la cosa, infatti talvolta succede che la madre non si voglia occupare dell’agnello dopo il parto. Sarà compito del pastore cercare di operare un convincimento anche piuttosto rude, ma solitamente efficace. L’alternativa sarebbe la morte per fame dell’agnello. Solitamente sono sufficienti pochi giorni di "cura" e di convivenza forzata, poi l’agnello verrà accettato.
Non sempre le cose vanno per il meglio. Oltre alla morte di qualche agnello più debole, vi sono quelli che nascono con delle malformazioni (come la testa storta, per cui non ce la fanno ad alzarla per raggiungere la mammella), o ancora dei casi di aborto. Se questo avviene verso la fine della gravidanza, sarà compito del pastore (che è anche un ottimo veterinario per la gran parte degli interventi necessari) estrarre il feto per evitare la morte anche della pecora.
In definitiva, che lavoraccio, quello del pastore. Non da poco. E noi ci commuoviamo vedendo scenette idilliache, che nascondono un impegno duro, giorno dopo girono. Ci vuole passione, per un lavoro così!
Giulia
sono loro i primi a dirlo. passione, amore, malattia, persino droga… così i pastori definiscono il loro rapporto con gli animali e con il loro mestiere
Come al solito, manca l’immagine finale, quella che mostra a cosa sono destinati gli agnelli, così amorevolmente accuditi dai pastori…
M.
personalmente sono stufa di questo discorso a senso unico, perchè NON SI VUOLE CAPIRE che il pastore alleva e poi vende i suoi animali, della macellazione si occupano gli addetti a questo mestiere.
almeno nel caso di ciò che descrivo io, gli animali sono allevati in modo sano e rispettoso, a differenza di certi allevamenti su scala quasi “industriale”.
è da qualche giorno che un pascolo vagante sta occupando il nostro campo… è normale e previsto che questi “amorevoli” pastori uccidano agnelli e pecore dentro la loro roulotte e poi si facciano la grigliata? purtroppo ieri da casa abbiamo assistito alla macabra scena e questo episodio mi ha segnata nel profondo…
mi sembra improbabile che vengano macellati animali dentro la roulotte dove vivono le persone…
inoltre la carne di pecora adulta necessita di lunga cottura, quindi sicuramente non viene cucinata sul posto.
per il resto, la macellazione clandestina è un reato, ma ovviamente questi animali sono allevati per essere, prima o poi, destinati al macello
salve a tutti ! sentite io ho un piccolo problema la settimana scorsa ho trovato nel bordo strada un'agnellino appena nato , la acudisco minuto per minuto ma,da due giorni mangia poco e non riesce a stare in piedi .
Per favore qualcuno piu esperto di me mi dia dei consigli…………………..
vi ringrazio !!!!!!!!!!!!!!! ciao ………………………………
@#5: dovevi cercare il pastore che l'ha perso!!!!
comunque, cosa gli stai dando? o apposito latte in polvere, o latte di vacca fresco, ma fatto scaldare che sia tiepido, con il biberon, 3 volte al giorno almeno
io ho un agnellino che e nato ieri 17-2-2011 alle ore 20,00 l'unico problema che nn si regge in piedi cosa devo fare? e nn beve il latte della mamma perche nn arriva e molto piccolo ed e un maschio chiedo urgenza di sapere cosa devo fare????
mungi la madre e dagli il latte con il biberon, oppure corica la madre e fai in modo che l'agnello ciucci, è fondamentale che prenda il colostro!
Ho 1 agnellino di 1 sett, lo sto allatt artif xchè la mamma è senza latte! Quando potrà cominciare a mangiare fieno? 5 pasti al giorno di 200ml possono andar bene x ora o devo aumentare o diminuire i pasti col tempo? Grazie! Mamma umana pecora!!!
@#9: prima del fieno, passerei a qualche mangime apposta per agnelli, almeno per un periodo, affiancato a fieno
in futuro poi passare anche solo a tre pasti (mattina/mezzogiorno/sera)
se non sappiamo quando è nato l’ agnellino e lo troviamo con la mamma pulito e che sta in piedi… ma non mangia anche se lo avviciniamo al pupo cosa dobbiamo fare??
chi è che non mangia? l’agnello o la pecora?
Ciao!
Sono molto contenta di aver trovato questo sito, e’ molto bello, complimenti a tutti quelli che lo gestiscono!
Riguardo a questo articolo avrei da farti una domanda molto importante, da un paio di giorni ho preso degli agnellini appena nati e li dobbiamo allatare col cuccio. Leggendo diversi articoli ho trovato che non si deve dare piu’ di 100/150ml alla volta e che in tutto si deve dare 1L di latte al giorno! E’ vera questa cosa? Che consiglio mi puo’ dare? Quali sono le dosi?
ciao. lo gestisco solo io, tra uno spostamento del gregge, una giornata al pascolo, un capretto da far succhiare…
a dire il vero io non ho mai guardato le quantità. diciamo che all’inizio succhiano poco, poi poco per volta l’esigenza aumenta. io, se capita di doverli allevare con il ciuccio, do il latte 3 volte al giorno e lascio che succhino a volontà. ovviamente devi fare attenzione che non prendano la dissenteria
Io vorrei prendere un agnellino per le mie bambine, a quanti giorni un agnellino può essere tolto alla madre continuando ad allattarlo con il biberon?
Quanto può pesare un agnellino di 2 settimane?
Che latte devo dargli? Abito in campagna e terrei l’agnellino libero poichè la proprietà è tutta recintata, per lo svezzamento va bene che mangi erba fresca?
dopo che ha preso il colostro, puoi toglierlo alla madre. ma l’agnellino diventerà un montone o una pecora con problemi di gestione! eviterei il maschio di sicuro
o apposito latte in polvere o latte (fresco) di capra o di vacca, non quello dei pacchetti.
per il peso, dipende anche dalla razza. poi se è libero prenderà il latte e inizierà lui a brucare. comunque, latte almeno 3 volte al giorno
salve, oggi mi é capitata una cosa meravigliosa;ero in un campo a raccogliere frutti quando é passato un gregge di pecore,ripartendo abbiamo sentito strillare un agnellino, pensando che fosse rimasto indietro al gregge perchè ferito sono andata subito a controllare. Aveva ancora la placenta appiccicata sul musetto e sul corpo e uno spezzone del cordone ombelicale appena tranciato; il panico…..con la mia amica ci siamo chieste, e ora cosa facciamo? Con un paio di guanti in lattice che avevamo con noi per raccogliere la frutta lo abbiamo pulito e avvolto in un telo. La creatura si é subito calmata smetendo di tremare. IL gregge aveva scollinato e nessuna pecora era nei paraggi,guardandoci intorno abbiamo individuato la possibile costruzione del pastore e li ci siamo recate, arrampicandoci con l’auto in un tratturo da fuoristrada. Quello che sembrava il pastore é arrivato con un roboante pick-up Quell’agnellino non era il primo della giornata che raccoglieva e che portava alla relativa madre per farlo allattare; é ripartito con il roboante pick-up alla ricerca della pecora che lo aveva lasciato Leggendo questo forum mi sembra di avere capito che le pecore dopo che hanno partorito puliscono il loro piccolo e lo allattano subito,mi chiedo perchè questo agnellino sia stato abbandonato. Nei prossimi giorni ho in programma di tornare dal pastore a vedere come sta Prugno (lo abbiamo ribattezzato cosi’ perchè l’agnellino é scuro ed é nato in un frutteto di prugne)
ciao. purtroppo succede anche questo… specialmente con pecore giovani al primo parto (ma non è detto che sia sempre così), può accadere che la pecora partorisca e, invece di prendersi cura del piccolo leccandolo e facendogli succhiare il colostro, se ne vada contenta di essersi liberata del peso!
è allora compito del pastore prendere mamma e piccolo, chiuderli in un posto ristretto per un paio di giorni, magari addirittura legando la pecora, per far sì che questa accetti il piccolino e lo lasci succhiare il latte senza respingerlo a testate (ecco perchè la pecora viene legata).
appena tutto torna a funzionare… allora la pecora viene rimessa al pascolo con il suo piccolo insieme
dare otto volte algiorno puor far male a un agnelino di 5 giorni
Ciao! Ho una decina di pecore. Qui è quasi norma avere un parto gemellare ma negli ultimi anni anche trigemellare con le conseguenze che tu hai descritto.
Si riesce, senza togliere l’agnello alla madre, dare ai più deboli un’aggiunta di latte?
Ho visto che la madre cerca sempre di far mangiare tutti, si sposta quando uno dei tre prende il sopravvento sugli altri.
Grazie
bisogna per forza dare un’aggiunta di latte… non so di che razza sia la pecora, ma penso che sia molto difficile che li allevi tutti. secondo me, se non vuoi togliere un agnello, bisogna dare il biberon a tutti e tre, di modo che succhino sia dalla madre, sia abbiano un’alimentazione completa
salve a tutti…stamattina una delle mie pecore, la più vecchia, ha avuto un agnellino…però, è giallo…sapete perchè?? grazieee
solitamente nascono tutti coperti di muco giallastro, poi la mamma lo lecca via
Buongiorno, ben descritto e in modo semplice, si può aggiungere anche qualcosa su storie di pastori e i suoi contini spostamenti.