Dopo un sabato di vento freddo e tormenta, con le temperature che alla sera si aggiravano tra i 7 ed i 5°C, la domenica mattina il cielo era terso ed il vento sembrava essere calato d’intensità. Oltre a condurre il gregge al pascolo, c’era un’incombenza particolare da svolgere, quel giorno.
Le pecore attendevano ancora nel recinto, mentre il sole via via arrivava a toccare tutti i versanti. Il pastore non si arrischia più a lasciare gli animali liberi di notte: si susseguono le segnalazioni di lupi nei dintorni, c’è addirittura chi dice di averne visto un branco di sei esemplari e chi ne ha osservati due da vicino, appostati fuori dal recinto delle manze. Il problema più immediato di giornata però non riguardava il lupo.
In questo canalone era caduta una pecora. Quando aveva attraversato il Rio Madel con le sue compagne, era precipitata tra le rocce, spezzandosi una delle gambe anteriori. Per fortuna la sua caduta era terminata su di una sorta di pianerottolo abbastanza comodo, dove i pastori avevano potuto portarle dell’erba da mangiare. L’animale però non stava in piedi ed era impensabile credere di poterselo caricare a spalle per risalire tra rocce, slavine e ripidi versanti. Così già sabato pomeriggio era stato richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, che però erano impegnati nel recupero di una vacca altrove.
Prima di veder arrivare l’elicottero, domenica ci fu una lunga attesa. Inizialmente si aspettò l’arrivo di due uomini del comando di Susa, insieme ad uno del Soccorso Alpino di Novalesa. Valutato il posto, chiesero l’intervento dell’elicottero, ma si dovette attendere che venissero completati tutti gli altri interventi d’emergenza. Alla fine, digiuni da colazione, si rientrò alle baite alle quattro del pomeriggio. "Se si libera l’elicottero prima di sera, vi chiamiamo e saliamo direttamente sul posto." Per fortuna è andata proprio così.
La squadra d’intervento più uno dei Vigili che erano già saliti al mattino arrivarono nel tardo pomeriggio e, dopo una lunga serie di manovre, l’elicottero giunse all’alpeggio con la pecora imbrigliata nella rete appesa al di sotto del mezzo. Finalmente in salvo! Il giorno prima avevano recuperato due vacche, una in Valchiusella e l’altra in un alpeggio dall’altra parte della vallata. Si scambiano quattro chiacchiere, poi l’elicottero riparte, mentre il resto del gregge è lassù, nel pendio che si staglia contro il cielo.
Basterà un’ora di rapido cammino per arrivare lassù, quando ormai sono le otto di sera. Le pecore sono tutte ben allargate a pascolare, l’aria è frizzante ed ha ripreso a soffiare un po’ di vento. Si avvicina la fine della giornata, con il cielo terso e nessuna speranza di pioggia nell’immediato.
Tutta l’acqua derivante dalla neve… Che fine ha fatto? Nella luce radente della sera, i pascoli verdi iniziano a mostrare qualche chiazza rossastra sui dossi e sulle creste. Freddo e vento, vento e freddo, la stagione partita in ritardo sembra non voler dare molte soddisfazioni. I pastori spostano il gregge più in basso, c’è ancora erba da pascolare, ma come al solito le pecore fanno le difficili e brucano svogliatamente.
Quando ormai sta scendendo la sera, gli animali stanno ancora pascolando, ma è ormai arrivata l’ora di tornare verso il recinto. Nel fondovalle iniziano ad accendersi le luci delle strade e delle case, quassù il gregge cammina lentamente, ancora allargato, prima di formare una lunga fila che attraversa il versante ed arriva in prossimità delle reti.
Il gregge è abbastanza vicino alle baite, ma nonostante tutto i pastori non arrivano a sedersi a tavola prima delle 22:15-22:30. Certo, come visitatore occasionale può essere piacevole godersi lo spettacolo di questi tramonti, sempre che non faccia troppo freddo o il vento non soffi troppo forte. Ma in quelle sere in cui invece c’è la nebbia… Nonostante tutto, il pastore invoca il temporale, la pioggia, anche per un giorno intero. "Altrimenti qui siamo messi male: erba poca, su in alto, e quella che c’è sta già seccando."
Tutto bene cio’ che finisce bene ma chissa’ lo spavento per la pecorella caduta…
Serpillo
Bellissimi i tramonti e bella la storia del recupero della povera bestia. Spero stia meglio adesso. Sempre magnifiche le foto. :-)) Aloha
non avrei mai creuto che i vigili del fuoco si mobilitassero solo per una pecora e per di più in elicottero.ciò mi fa piacere.
ops…amedeo
@serpillo: più che altro l’ho vista spaventata dopo il viaggio appesa nella rete!
@soulboarder: bhè, la gamba resta rotta e non so se sarà possibile curare la brutta frattura, quindi probabilmente verrà amndata al macello
@amedeo: prima della pecora hanno salvato un cane in un’altra vallata. sono venuti a vedere se si poteva intervenire altrimenti, ma cento e passa chili di pecora come li tiravi fuori di lì?