…ancora sul Parco del Po

Vi ricordate, vero, tutte le volte che in queste pagine si è affrontato lo spinoso problema del pascolo intorno ai fiumi? Per motivi geografici, la maggior parte dei post avevano come oggetto il Parco del Po, ma so bene che i pastori incontrano gli stessi problemi in Piemonte, Lombardia, Veneto… Non mi stancherò mai di ripetere che, a mio giudizio (ma non soltanto mio!!) il pascolo di per sè non è un danno, se condotto bene. Possono esserci delle aree (circoscritte) dove questo deve essere interdetto per motivi di tutela ambientale, ma altrimenti possono convivere fiumi, flora, fauna, parchi e pastorizia!

Guardate cosa viene scritto da una "vecchia conoscenza" dei pastori piemontesi su "L’Informafiume" di maggio 2010, notiziario del Parco del Po e dell’Orba: "Il pascolo abusivo. Le pagine dell’InformaFiume hanno spesso ospitato notizie, informazioni e opinioni sul fenomeno, purtroppo ancora molto diffuso lungo il Po. Il Parco è impegnato da molti anni a contrastare l’attività abusiva condotta da 2-3 pastori che ostinatamente portano i propri animali a pascolare nelle aree naturali più importanti e nei periodi più delicati per l’equilibrio degli habitat, senza ovviamente chiedere le dovute autorizzazioni.
Nel corso degli ultimi dieci anni, quasi ogni anno i Guardiaparco hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria sempre gli stessi pastori per il pascolo abusivo sulle proprietà pubbliche e demaniali. Parallelamente si è cercato di coinvolgere anche altre Autorità locali, tra le quali il Prefetto, sempre più convinti che i legittimi diritti dei pastori di far pascolare gli animali lungo il fiume non possono prevalere sul legittimo diritto dei cittadini di vedere tutelati gli habitat naturali del Parco. Oltre al lavoro di denuncia e repressione degli illeciti, i Guardiaparco sono impegnati in una vasta opera di informazione e sensibilizzazione delle popolazioni locali, per cercare di coinvolgerle maggiormente nel contrastare tale forma di abusivismo. Un’attività molto intensa, ma che nel tempo comincia a dare risultati significativi, coinvolgendo direttamente la popolazione sul fronte del rispetto ambientale e naturale. Troppo spesso, infatti, abbiamo assistito a manifestazioni di protesta di singoli cittadini che, infastiditi dalla presenza invadente dei pastori e dei loro animali sui terreni di proprietà (raramente viene chiesto il permesso di pascolare nei terreni privati…), invece di perseguire gli abusivi a termini di legge, si sono limitati a chiedere “con veemenza” un rapido intervento al Parco (o ai Carabinieri, o ai Sindaci, o al Corpo Forestale dello Stato) per allontanare i pastori… Nel frattempo, i tecnici del Parco stanno lavorando da diversi mesi a una profonda modifica delle norme che regolano il pascolo, per renderle più adatte ai tempi, gestibili ed efficaci.
" Questo estratto fa parte dell’articolo "Vigilanza nel Parco 1999-2009: dieci anni a servizio dell’ambiente, a firma di Carlo Carbonero, Responsabile della Vigilanza del Parco (pag. 15-16).

Cosa c’è da dire, in risposta? Innanzitutto che quei soliti 2-3 pastori non lo fanno per sport o per divertimento e non sono gli unici delinquenti tra tutti gli appartenenti alla categoria, semplicemente hanno la "disgrazia" di avere il loro territorio di pascolo all’interno delle aree diventate parco. Altri pastori pascolano lungo altri fiumi, taluni aree protette (con relativi problemi), altri non sottoposti a tutela.

La popolazione locale? C’è qualche proprietario che non vuole le pecore nei pioppeti (così come in collina c’è qualcuno che non vuole che pascoli i suoi prati, in pianura non vuole che fai dormire il gregge nei suoi terreni, e così via), ma più che altro il contrasto nasce sulle aree demaniali, dove la proprietà è statale, quindi del Parco. Per il resto, in quei quattro anni che ho frequentato le sponde del Po nell’area in oggetto, ho spesso incontrato proprietari gentili, che venivano a salutare il pastore, gli portavano anche la bottiglia di vino… oppure nonni e mamme che accompagnavano i bambini a vedere le pecore e scambiavano quattro chiacchiere con il pastore.

So che ci sono stati casi di reale danneggiamento (scortecciamento di pioppi): in quel caso è giusto punire il responsabile, che pagherà il danno al proprietario o di tasca propria, o grazie all’assicurazione.

Se il Parco sta lavorando da diversi mesi ad una profonda modifica delle norme, si auspica che lo faccia sentendo anche i pastori, così come era stato detto davanti al Prefetto ad Alessandria, insieme al CFS e ad altri rappresentanti di varie istituzioni e negli incontri successivi. D’altra parte sulla newsletter del parco l’anno scorso si diceva che era stato avviato un dialogo costruttivo, no? (vedi qui).

Una risposta

  1.  parco naturale? a me sembra una discarica a cielo aperto piu che un parco, spesso mi capita di girare lungo il parco in bici e ho trovato un degrado ed un incuria  degna di nota , capisco che il parco e grande  ed non e possibile  tenerlo sotto controllo  sempre ma tenere ammassi di rifiuti in mezzo alle strade x oltre 3 anni mi sembra proprio una cosa furi dal normale specialmente in area tutelata., oltre ad aver incuria della poca cartellonistica presente , non ci sono sentieri indicati(come fanno altrove)  non vengono trinciati eventuali spiazzi o percorsi dove la gente puo passeggiare tranquilla in mezzo ai boschi ce immondizia ovunqe. ci sono  un paio di aree attrezzate con tavoli  ecc ma   sono mal tenute in pochi hanno il coraggio di pranzare in mezzo ai rifiuti,e sopratutto  come si fa a portare dei bambini a vedere il parco liberamente se ogni strada che conduce al fiume e di "proprieta" di una o piu prostitue ? per ovviare a questo problema sono stati messi dei cartelli con divieti di accesso ma il problema non si risolve o nopn vogliono risolverlo?  girando in bici si nota la differenza dove  c e stato pascolamento e dove no  , i sentieri si vedono , gli uccelli  si muovono  in cerca di cibo  dove  e passato il gregge , riesci a vedere  lepri e fagiano  che altrimenti prima non  noteresti, concordo con quanto  auspicato dal prefetto trovare un  esistenza pacifica e costruttiva tra le 2 realta  infondo i pastori erano li prima del parco, se essi sbagliano e giusto che paghino, infondo e suolo del  demanio quindi dello stato di conseguenza anche dei pastori  si potrebbe limitare l accesso a determinate aree  e usare le pecore come decespugliatori ecologici  evitando costi e garantendo  una pulizia  che altrimenti non  avverrebbe. tutto si puo fare basta volerlo. saluti aldo

  2. Mi pare di sentire le stesse polemiche che ci sono qui per il parco marino protetto. Se uno fa il pescatore e abita al centro del parco ha poco da stare allegro e credo che quel che racconti sia più o meno la stessa cosa :-)Aloha

  3. @aldo: …saluti da fulvio, innanzitutto!tu sei una testimonianza di un proprietario e di un utilizzatore degli spazi intorno al fiume, quindi… fa piacere che si incontrino qui tutte queste testimonianze@soulboarder: tutto il mondo è paese, per fortuna ci sono anche tante realtà dove parco e mestieri tradizionali vanno a braccetto e traggono reciproci vantaggi

  4. ciao grazie dei saluti volevo passare a trovarlo prima che partisse ma il lavoro aime' me lo ha impedito ma in estate mi prendo un giorno per andarlo a trovare, sicuro, contraccambio i a saluti  quando lo vedi  salutalo  grazie aldo

  5. L'articolo nel suo complesso mi sembra davvero un po' tendenzioso nell'accomunare caccia, abbandono rifiuti e pascolo abusivo. Parlo da non esperto, ma l'abbandono dei rifiuti denota una scelleratezza di fondo di chi lo pratica che non è oltremodo scusabile (e deve essere sempre perseguibile). La caccia è regolamentata nei minimi particolari (ho un cugino prete e cacciatore…) e quindi credo poco a chi cade "in difetto" per ignoranza… Paghi la multa, taccia e studi: visto che alla fine cacciare è un passatempo, chi non sa o non vuole uniformarsi a regole e consuetudini può anche starsene a casa.Sul pascolo abusivo mi pare che ci sia molto da discutere proprio perché materia controversa, discutibile e senza precise indicazioni da parte di chicchessia. Che poi anche in questa pratica ci sia chi contravviene a regole ed usi, per studio o per ignoranza, è un discorso che non riguarda solo i pastori.Perciò, più che la singola interpretazioen del singolo evento, dà fastidio il mettere assieme temi e problemi così diversi tra di loro. Capisco l'esigenza del proporre articoli e temi, ma non scuso la scorrettezza etica del fare informazione così.Gp

  6. @gp: l'articolo vuole fare il punto sulle "emergenze e criticità" nel territorio del parco. però è chiaro che le tre cose vengano poste all'incirca sullo stesso piano… e, come fai notare anche tu, quella del pascolo è una materia poco conosciuta e, pertanto, facilmente attaccabile senza grosse possibilità di replica….fatto salvo questo blog…

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