Questione di fiuto?

Ametto di essere partita alla volta della Val Chisone con una buona dose di fiducia: speravo di trovare un gregge in transumanza. Non sapevo bene chi… Fabrizio è sceso da tempo, Bepin credo sia già in pianura, quindi confidavo in Piero o in Giors, visto che Fulvio non si metterà in marcia prima di metà mese. Però, con i pastori, non si sa mai… E’ vero che ormai so leggere le tracce del passaggio di un gregge e dovrei riuscire a trovarlo, una volta individuata una traccia. E’ anche vero che la via seguita da tutti lungo la Val Chisone è una sola, però…

Così è comunque stata una sorpresa scorgere in un rettilineo nell’Inverso di Pinasca un pick-up con lampeggiante, carico di reti, ed alle spalle le sagome inconfondibili di Piero Barbëtta e del suo aiutante Walter… e poi tutto il gregge, i cani, gli asini ed il camioncino rosso in coda, carico di agnelli.

Un saluto volante ad Esmeralda alla guida del fuoristrada, poi mi rivolgo a Piero: "Cercavo proprio te!". "Ma chi te lo ha detto che oggi ero qui…". Nessuno. Sarà questione di fiuto? Lo sentivo nell’aria? Quello che sento adesso è il coro di belati, le campanelle ed i rudun, il ticchettito delle zampe sull’asfalto. Non c’è tempo per chiacchierare più di tanto, le pecore incalzano veloci e minacciano di sconfinare in ogni chiazza verde che vedono a lato della strada.

Per fortuna oggi esistono tre strade in questo tratto di valle: la nuova circonvallazione, la vecchia strada che attraversa i paesi principali e lunghi tratti della via secondaria dell’Inverso, che stiamo percorrendo. Così l’intralcio al traffico è minimo, nessuno si lamenta, un uomo ci dice che in America, contro i coyotes, hanno usato i muli… Perchè non lo facciamo anche noi contro il lupo? …di gente strana in giro ce n’è tanta…

Il lupo ha attaccato, dieci volte è stato visto. Mi raccontano anche di una vacca uccisa e parzialmente divorata a Pragelato, ma questa notizia l’avevo già saputa. Si scambiano i soliti aneddoti, novità di valle in valle, curiosità. Radio pecora è un’emittente sempre molto attiva!

Si attraversano i paesi, la gente si affaccia dai balconi, dalle finestre, dai cancelli. Un’anziana corre con la scopa in mano per difendere i fiori e la siepe. Per oggi sono salvi, ma alla prossima transumanza, cosa accadrà? Questa è una via di discesa molto trafficata, in questi giorni.

Le pecore hanno fame, ma i pastori hanno già individuato un punto dove fermarle alcune ore per farle mangiare. Gli uomini si mettono in mezzo alla strada, da una parte si fermano le macchine, dall’altra si costringe il gregge a scendere verso il Chisone, in un incolto che degrada verso il fiume. Finalmente una tregua… Il sole è caldo, una di quelle giornate d’autunno in cui sudi, soprattutto qui a mezza quota, dove non c’è la foschia della pianura a velare il sole, ma nemmeno l’aria fresca dei monti.

Approfittiamo della pausa anche per chiacchierare tutti insieme: si parla del "nuovo" gregge del Pastore, della malattia di Eugenio il tosatore, del declino di questo mondo, così lontano dal XXI secolo in cui cerca di resistere, se ancora ce la farà a resistere. Fino a quando?

Filmato pubblicitario, ma…

Lo so che è un filmato pubblicitario, ma parla di questo mondo e di queste parti, quindi ve lo segnalo www.youtube.com/watch

Si parla di un formaggio, il Plaisentif, che è stato riscoperto e rilanciato con buona operazione di marketing (ma è valido come prodotto, soprattutto è ben seguito nelle fasi di preparazione e vendita).

Belle immagini, però… è sempre un po’ il mondo dell’alpeggio da cartolina, che fa venir voglia a tutti di andare a fare Heidi e Peter (o, nello specifico, il giovane Massimo del filmato e sua moglie, anche lei di famiglia di marghè).

Pastori nella nebbia

Sabato sono andata a trovare due pastori in Val Chisone. Fulvio l’avevo cercato più volte per telefono, senza riuscire a contattarlo: non sempre in alpeggio uno è raggiungibile. Fabrizio invece era a quota più bassa, in un luogo più facile da trovare e dove il telefono prendeva bene.

Affidandomi alle indicazioni di varie persone, mi sono incamminata verso il Colle del Sabbione, partendo dal rifugio Selleries. La fittissima nebbia non ha facilitato l’impresa e solo dopo un lungo giro a vuoto sulle tracce del passaggio del gregge sono poi riuscita a sentire in lontananza i belati e lo scampanellio.

Così, alla fine ho trovato Fulvio. Era dal giorno in cui è arrivato in montagna che non lo vedevo. Non mancavano gli argomenti di conversazione, dagli avvistamenti del lupo (per fortuna senza danni, grazie ai cani da difesa) al tempo pazzo, dagli agnelli che nascono a raffica a… pettegolezzi su altri pastori, come sempre!

Non molti giorni fa, Fulvio era salito in cresta ed aveva perlustrato le montagne con il binocolo, per vedere dove erano altre greggi, altri pastori. "Ma adesso le pecore dove le ha, Albino? Perchè ho visto le vacche su sopra le baite, ma le pecore…"

Con noi c’è anche una tesista di veterinaria, Elena, che studia il comportamento dei cani da difesa. Il gregge si sposta secondo la sua volontà, il pastore lo lascia fare. Mangiamo approfittando del fatto che le pecore pascolano tranquille nell’erba ormai scarsa ed ingiallita, poi le precediamo nella nebbia, per evitare di ricevere qualche pietra in testa in un passaggio particolarmente delicato tra le rocce. La destinazione è il Lago del Ciardonet, dove le pecore potranno abbeverarsi.

Il livello dell’acqua è basso, ma… per fortuna che c’è il lago! La maggior parte dei torrenti è asciutta, la Val Chisone appare molto più secca rispetto ad altre zone. La nebbia non ci abbandona, anzi, si infittisce ancora di più, accompagnata da un’aria fredda ed umida che entra nelle ossa. Fulvio continua a raccontare aneddoti, prende in giro Beppe, il giovane aiutante, che vorrebbe fare un riposino dopo pranzo e invece c’è sempre da andare avanti. "L’altro giorno si era addormentato, ed io gli ho legato insieme gli scarponi. Poi lo chiamo: "Beppe, le pecore stanno scappando, devi andare a girarle". Ma gli stavo dietro, pronto a tenerlo, perchè se si alzava di colpo…"

Prima di salutarci, Fulvio mi mostra alcuni giovani montoni, quelli che garantiranno la bellezza della razza negli anni a venire, e mi racconta ancora di quella volta che stava comprando dei maschi da un pastore bergamasco e questo voleva vendergliene uno a tutti i costi. "Ma a me non piaceva proprio, era piccolo, brutto, non aveva la presenza. L’altro insisteva, sembrava che, se non prendevo quello, non mi avrebbe venduto nemmeno gli altri. Aveva ragione lui, quello è poi diventato il più bello."

Sulla via del ritorno passo ancora da Fabrizio, le cui pecore stanno pascolando su un ripido pendio invaso dai cespugli.

Non è un bel pascolo, ed infatti il giovane pastore mi dice che la sua stagione d’alpeggio sta già volgendo al termine. Tornerà nei pressi della baita e, quando l’erba finirà, prenderà la via della pianura. E’ presto, troppo presto. "Sì… però qui non c’è più niente. Devo trovare un’altra montagna per i prossimi anni! Anzi… se sai di qualche montagna vuota…"

Per chi mi chiedeva del Pastore…

Vi ricordate il Pastore? Quello per cui è cominciato tutto? E che poi ha venduto le pecore dopo l’attacco del lupo, la prima notte di alpeggio? Dicevano che aveva preso le mucche…

Io non sono riuscita a contattarlo (non dappertutto il segnale telefonico "prende"), ma amici comuni mi dicono che è in Val Chisone, nel vallone parallelo a quello dove, l’anno scorso, aveva condotto il suo gregge. Da pastore a margaro, a me riesce un po’ difficile immaginarmelo… Comunque ancora in montagna, fermo in pianura senza animali proprio non sarebbe più lui!