Ormai siete una fonte inesauribile di notizie. Mi avete mandato talmente tanto materiale che dovrò dedicare ben due post alle vostre segnalazioni, foto, articoli, filmati… Mi fa piacere vedere che andate in giro con gli occhi aperti ed avvistate anche greggi in città ed in campagna. Il primo caso è quello di un’altra blogger, che ieri ci ha segnalato di aver parlato anche lei di pecore qui, da Milano.
Inge, dalle colline astigiane, (Val Rilate, sotto Viatosto), ci manda queste immagini di un gregge. Dev’essere quello che ho visto anch’io dall’autostrada una decina di giorni fa.
Insieme alle pecore, la roulotte ed il rimorchio, con i cani lì vicino: se qualcuno avesse dei dubbi sui proprietari, qualcuno ha scritto sul tettuccio "PASTORI".
Chissà se, anche da quel versante delle colline, gli agricoltori adesso hanno "scacciato" i pastori verso i fiumi, dopo San Giuseppe? Quando Inge ha scattato le foto eravamo ancora in "periodo consentito".
Cambiamo territorio e rimaniamo, in qualche modo, in ambito pastorale. Leela ci segnala un curioso articolo che mostra come la legge, a volte, tenga anche conto dei bisogni dei pastori… Ho quindi torto io, che mi lamento sempre dicendo che le leggi sono assurde e vanno contro le regole della pastorizia e della transumanza!!!!
Questo video ce lo segnala Marco dalla Polonia. Ci fa notare come la transumanza riceva un’altra accoglienza, rispetto al nervosismo italico. Però anche là questa professione è in pericolo: sempre meno pastori nomadi, a causa della concorrenza rumena. Marco ha cercato di informarsi sul tema da altri Italiani che vivono in Polonia e da allevatori locali. "Tutte le notizie sono raccolte in loco nel mio stentato polacco, quindi prendile con le pinze, pero’ il riscontro è che con migliaia di ettari di pascoli accessibilissimi, almeno qui in Podcarpazia, non vedi piu’ un gregge da quasi 10 anni (notizie avute da Salvatore, amico siciliano qui da 13 anni). Parrebbe invece che stia nascendo una cooperazione tra i transumanti dei Tatra polacchi e slovacchi per la tutela e promozione dei formaggi ovicaprini montani, che mi dicono essere in procinto di richiedere una dop (o pari riconoscimento)." In Romania invece i controlli non sarebbero molto rigorosi e ci sarebbe un po’ di anarchia pastorale, che, in un certo senso, favorisce il prosperare dell’attività. Sarebbe bello avere notizie di prima mano anche da quel paese.