Non l’agricoltura del Mulino Bianco

Domani porterò le bozze in casa editrice… Intanto continuo qui a raccontarvi storie di giovani. Questo è un mio coetaneo, quindi per questioni anagrafiche è escluso dall’opera dedicata agli under 30. Una storia diversa da quella degli allevatori “di montagna” di cui solitamente si parla qui, ma proprio per questo ancor più interessante per vedere un altro punto di vista, un altro modo di lavorare pur rimanendo nel settore dell’allevamento.

Mi chiamo Dino Marcello Soldi, sono nato 11 maggio 1977, abito a Pieve d’Olmi (Cr) “al centro” della pianura padana, più pianeggiante di qui non si può, sono dei terreni di origine alluvionale bonificati dalle paludi che creavano le inondazioni del Po millenni fa. Single e vivo con la mia famiglia in azienda (tutto casa e lavoro!). Ho studiato alla scuola di agraria Itas STANGA di Cremona. Per professione allevo vacche da latte di razza frisona, angler e meticce con le razze da latte: rossa danese, rossa svedese, rossa norvegese, ayrshire di diversi ceppi, guernesey, montbeliarde e reggiana. Per passione allevo animali da cortile: galli e galline, anatre, oche, oche canadesi, pavoni, faraone e conigli. Io sono NATO con la passione per gli animali!

Allevo bovini per passione e per “genetica “, nel senso che la mia famiglia ha sempre allevato dalla notte dei tempi le vacche da latte. Allevo le frisone perchè da cinquanta anni la mia famiglia alleva questa razza per la produzione di latte per il formaggio grana padano, allevo angler perchè ad un certo punto ho ritenuto importante conoscere una nuova razza da latte che mi aiutasse a cambiare le sorti della stalla. Allevo vacche in crossbreeding (meticce) perchè credo che se le leggi di Mendel non mentono, a lavorare correttamente anche facendo l’incrocio si possano ottenere animali che prendono le caratteristiche positive delle razze di origine e creino un nuovo individuo dai buoni caratteri.

Allevo animali da cortile per amore delle tradizioni, credo. Nella mia famiglia è sempre risultato qualcuno appassionato di polli, lo erano i miei nonni, lo era il mio bisnonno, lo era la nonna di mio nonno, è genetico.

La mia famiglia ha sempre allevato vacche da latte, almeno negli ultimi 150 anni è abbastanza dimostrabile. Il pollaio è sempre stato un elemento presente e importante nella vita quotidiana della mia famiglia. Anche se la mia famiglia è agricola da generazioni la mia passione innata per gli animali non è stata capita da subito da tutti, ma con il tempo ho dimostrato che amore e passione per gli animali possono essere una marcia in più per fare di un allevamento… un buon allevamento.

Mi ha insegnato la vita, il gioco, lo sperimentare sin da piccolo il rapporto con la vita degli animali con i suoi pro e i suoi contro, mi ha insegnato la passione che vedevo nelle persone che per una vita hanno lavorato la terra e allevato gli animali: in primis i miei nonni da ambo le parti. Le persone anziane che mi hanno trasmesso quel legame uomo-animale che è fondamentale. Mi hanno insegnato i genitori che più che altro mi hanno permesso di relazionarmi con gli animali in libertà, senza imposizioni. Mi ha insegnato la scuola e gli amici che mi hanno appoggiato e condiviso. Mi hanno insegnato i professionisti che ho avuto la fortuna di incontrare durante tutto il mio cammino.

Ho una stalla da latte moderna di ultima generazione del 2006, stabulazione libera con cuccette a lettiera e strutture di ferro aperte con coibentazione come copertura, buona tecnologia investita.

Il pollaio segue invece la più semplice delle tradizionalità dove gli animali nascono ancora con sistemi naturali di cova, se possibile. La mungitura automatica due volte al giorno produce latte destinato alla consegna alla latteria che lo trasforma in formaggio grana padano. La mia giornata tipo non ha orari, ha dei punti fissi. Al mattino si inizia con la gestione dei vitelli piccoli dal colostro in poi, il resto dei lavori di routine vengono di conseguenza. In realtà con gli animali non esiste una giornata tipo, esistono più che altro giornate “imprevedibili”!

Di questo mestiere mi piace LA LIBERTA’di vivere a contatto con la natura e gli animali, nonostante i mille vincoli che ci impongono.

Oggi come oggi quello che mi da più soddisfazione è potermi rapportare con gli altri con anni di esperienza e poter parlare in tutta libertà di quello che faccio e poter trasmettere con le mie parole tutto l’entusiasmo che ci metto nel fare il mio lavoro e nel vivere le mie passioni.

Dipende dai momenti e dalle situazioni, mi piacciono e non mi piacciono tante cose, ma quello che odio è la burocrazia e le carte che ci sommergono.

Per il futuro, vorrei far diventare realtà sempre più diffusa il poter portare la gente in campagna a vedere quella che è la vera agricoltura, non quella del Mulino Bianco che fa tutto fiorellini e rondini, ma un’agricoltura che per portare sulla tavola i prodotti migliori investe in tempo, passione e lavoro, tenendo un occhio al passato, vivendo il presente e sperando in un futuro migliore.

Cosa ha in più l’allevatore moderno? Altissima tecnologia che migliora sicuramente la gestione degli animali, ma per essere un buon allevatore bisogna saper mantenere il rapporto uomo animale che esiste da secoli. La stalla e compagnia non sono delle fabbriche, sono “scatole” di vita, e vive.

Una delle difficoltà più grandi credo che sia stato il confronto generazionale, ma se si crede in se stessi e in quello che si vuole fare si riesce a risolvere la stragrande maggioranza dei problemi

Dipende da come l’allevatore si rapporta con il mondo esterno, più si dimostra di essere aperti agli altri e più gli altri imparano a conoscermi, conoscerci e a conoscere un mondo sconosciuto ai più.

Tempo libero e momenti di ferie si cerca di sfruttarli quando possibile e di passarlo con le persone più positive, famiglia, amici e “colleghi” e per mia fortuna in una compagnia di amici abbastanza varia ci sono anche “colleghi”. Anche se a volte quando si esce o si viaggia si preferisce “STACCARELA SPINA”.

Buona parte del mio tempo libero la dedico agli animali da cortile.

Agli altri giovani allevatori dico CREDETE IN VOI STESSI E IN QUELLO CHE VOLETE FARE. Il mondo sta cambiando e anche l’agricoltura, l’agricoltura di oggi non può più vivere della sola esperienza di chi c’è prima di noi, ma ha bisogno anche della voglia di fare e di scegliere che è propria dei giovani, quindi LARGO AI GIOVANI!!!

Internet e tutti i nuovi modi di comunicare, se utilizzati con cognizione e buon senso, sono la nuova strada per far arrivare a tutti le migliori informazioni e per dare la possibilità a tutti di dire la loro e poter affrontare tutti insieme i problemi che affliggono la nostra agricoltura. Io uso internet un po’ per tutto, per conoscere gente nuova, per condividere pensieri e opinioni, per divertimento, per informarmi e per informare, per lavoro, per fare ” il giro del mondo”, per ” vedere cose che noi comuni mortali non ci potremo mai nemmeno immaginare”.

Una risposta

  1. bella vita la tua . sfruttala al meglio. facevo l’autista di professione , guidavo di tutto , autotreni , bilici, autobus ho girato l’italia da sud a nord ,da ovest a est. ho dovuto smettere per motivi famigliari . quasi mi ammalo a sentire rombare un motore . tanti auguri

  2. Se una pubblicità viene ripetuta da anni (quella del Mulino Bianco, ma c’è ancora?) significa che funziona.

    Ma allora se funziona (ovvero se fa vendere) vuol dire che nella mente di chi acquista quei prodotti la natura è rappresenta così come viene proposta, ovvero finta: un mondo che non esiste.

    Bene. Adesso abbiamo risolto l’equazione:

    consumatori (dovremmo dire prima di tutti “cittadini”) = abitanti di un mondo finto = prodotti finti.

    Perché il mondo non va tanto bene ultimamente ? Forse sarà perché uno dei massimi esperti in Italia (forse del Pianeta ?) di marketing ha imperato per un decennio sulla scena politica “contaminando” le fragili menti di noi cittadini con mondi finti? Da favola?

    Al di là delle questioni politiche (che sinceramente mi disgustano), non mi stupisco che la nostra “umanità”, che ha saputo rinchiudere per il proprio loisir, per il proprio svago, gli animali in gabbia (vi ricordate gli zoo nelle città?) è riuscita nel medesimo intento con se stessa, “rinchiudendosi” in città finte, sintetiche, monoculturali, dove la natura (ovvero ciò che ci ha dato la vita) è ormai diventata un cartone animato.

    Il leggendario “Uomo Selvatico” l’abbiamo mandato in esilio da tempo, perdendo drammaticamente la percezione del mito, di ciò che per secoli ha permesso all’uomo di prendere contatto con ciò che è sconosciuto e “pericoloso” (così come tanti altri miti che hanno permesso alle grandi civiltà di sopravvivere ad un mondo comunque pericoloso e sconosciuto).

    Queste sono cose che ancora qualche “vecchio” montanaro sa raccontarci. Come non stupirci allora per il fatto che loro sono stati capaci (certo, a prezzo di mille fatiche), di consegnarci un mondo vivibile e non terribilmente pericoloso e minaccioso come ormai si sta manifestando negli ultimi anni, proprio perché noi uomini “civilizzati” siamo incapaci di approcciarci alla natura? Per noi cittadini, come lo era per i montanari, è un mondo sconosciuto ma, a differenza di loro, non abbiamo alcun strumento leggendario o mitologico da invocare per riuscire a convivere con ciò che è al di fuori del domestico, di ciò che è conosciuto culturalmente e dominante.

    Tutto questo l’abbiamo voluto noi, grazie al fatto che abbiamo creduto per troppo tempo che “i mulini bianchi” esistessero da qualche parte.

    E non mi stupisco di quanto sforzo tu debba fare per far capire certe cose qui (per una volta la tecnologia è al servizio dell’uomo e non viceversa).

    Forse sarebbe stato meglio credere ancora nell’Uomo Selvatico.

    P.S.
    Grazie Marzia per tutto quello che stai facendo affinché possiamo qui, in questo spazio virtuale, compiere questo “incontro ravvicinato” con il mondo selvatico, anche nel bel mezzo della Pianura Padana.

    • belle parole, beppe.
      la pubblicità del MB c’è ancora eccome. anche se guardo poco la TV l’ho appena vista l’altra sera, rinnovata, resa più “falsamente autentica” con quei colori ed atmosfere che sanno di antico e tradizione, ma con il tocco glamour dell’attore famoso straniero nell’improbabile ruolo del fascinoso mugnaio/fornaio.

      non so se io qui mi sforzo per far capire… il più delle volte no, scrivo e basta. se capite (anche se non siete “del settore” forse è perchè, parlando e scrivendo con il cuore, riesco a raggiungere altri cuori ed altre menti. devono però essere aperte e pronte ad andare oltre all’apparenza. chi si ferma a quella, agli stereotipi, a quello che gli propina la TV, la pubblicità, la propaganda… allora sì che ti devi sforza, spesso vanamente.

      non c’è bisogno dell’uomo selvatico, ma nemmeno l’uomo che vuol far finta di non avere più legami con la natura. per quanto possiamo essere tecnologici, avanzati, meccanizzati… quando la natura alza la voce (vulcani, uragani, trombe d’aria, inondazioni, frane, terremoti) siamo ancora più spersi e vulnerabili.

      presto sarà ora di transumanza, vi aspetto in montagna, è da troppo tempo che non ci vediamo!!!

      • Grazie.

        Ho riletto per caso il post sul “Genius Loci”…

        […] Questo significa che, qualunque sia il punto di vista da cui si critica la società contemporanea, per andare alla radice dei suoi mali e delle sue contraddizioni, bisogna considerare come centrale la questione ecologica, non già semplicisticamente nei suoi effetti ultimi, “ambientali”, ma nel suo significato profondo, ontologico, causale, di distacco fra cultura umana e natura. […]

        Genius Loci


        _________________

        Nella Valle dell’Infernetto ? 🙂

        Che toponimo bellissimo… Sto leggendo dei libri sulla toponomastica alpina … c’è da diventare matti !

        E’ vero, è da troppo tempo. E’ ora di darsi una mossa…

  3. Ma quanto mi piace quel che ha scritto questo ragazzo..passione,amore per il proprio lavoro e la propria vita.Son convinta che l’idea del mulino bianco sia giusta,ma dietro a questa visione deve esserci la consapevolezza che,oltre ai fiori e gli uccellini,c’è anche fatica,sudore,bello e brutto!Quando ti dicono..ma che fortuna,sei nel verde,nella natura,con gli animali,come ti invidio..tutto vero,son fortunata,faccio una cosa che mi piace,anche quando lavoro sotto la pioggia,quando mi alzo tutti i giorni dell’anno alla stessa ora,quando ci son -15 e tutto quel che tocchi ti si attacca alle mani,quando non hai orari,quando i giorni son tutti uguali,che sia martedì o domenica,quando…
    La maggior parte della gente non sà tutti questi “retroscena”,vede solo..la fattoria del mulino bianco..appunto..
    E’ una bella visione,ma se dietro non c’è la passione per questa vita,il mulino sarebbe un anonima casetta grigia,sperduta tra le erbacce..

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